Perchè un congresso sulle complicanze affettive delle malattie neurologiche?
Innanzitutto, alcune malattie neurologiche rappresentato un modello privilegiato per lo studio dei disturbi psichiatrici per la possibilità di correlare un disturbo neuropsichiatrico con la localizzazione della lesione.

I due principali setting nei quali ci muoviamo come neurologi ospedalieri sono certamente la fase acuta, la fase subacuta e cronica.

In fase acuta i disturbi delle emozioni e del comportamento possono essere molto floridi, anche se spesso transitori e fluttuanti.

Questi disturbi sembrano più legati a fattori organici laddove in fase cronica, a lesione stabilizzata, l’interazione con l’ambiente sociale ha conseguenze psicologiche più importanti.

Per esempio alcune manifestazioni pseudo depressive come la reazione catastrofica, il pianto patologico, la labile emotività, alcuni stati maniacali l’apatia e ’atimormia appartengono più alla fase acuta che a quella cronica.

Di contro la depressione è più una manifestazione della fase cronica. Un’ulteriore riflessione riguarda un bias che il neurologo clinico tende ad avere rispetto alla presenza di disturbi psicopatologici nel setting ospedaliero, per una tendenza
latente, spesso inconsapevole, abbastanza recente, al neglect rispetto a queste condizioni.

Abbiamo quindi cercato di ridurre questo gap invitando tanti neurologi a dirci la loro sulla presenza di disturbi affettivi nei loro rispettivi campi di competenza. Un’opportunità di confronto e di crescita per tutti.